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domenica 12 giugno 2011

Una pioggia di stelle ( di Maria Michela Deriu)


Ventotto stelle d'argento e sei stelle d'oro, questo è l'eccezionale risultato della 536 Sartiglia oristanese. Su Componidori, uomo – dio per un giorno, benedice la folla con “sa pippia ‘e maiu”, il tradizionale mazzo di pervinche, scettro bucolico, simbolo della primavera.

Tante stelle, secondo la tradizione, sono sicuro presagio di ricchezza e fecondità. La giostra importata dalla Spagna dalla corte arborense, come lo dimostra il nome Sortia che significa anello, in periodo giudicale non aveva alcun nesso col carnevale. La tradizione narra che un certo canonico Giovanni Dessì, per distogliere la popolazione dal peccare durante il periodo di carnevale, lasciasse al gremio dei contadini un terreno di sua proprietà per assicurare lo svolgersi della giostra nei tempi a venire. In periodo spagnolo, nell'anno del Signore 1547 il clavario cittadino di Oristano destinava 1 lire e 5 soldi per i festeggiamenti della Sartiglia in onore di Carlo V. Il 3 marzo 1572, in pieno periodo di carnevale, il clavario cittadino devolve ben 2 lire e cinque scudi per la Sartiglia in omaggio alla nascita di Ferdinando d'Asburgo.

La Sartiglia entra nella storia e rimane inalterata nella sua regalità fino ai nostri giorni. Il canonico Dessì potrebbe andarne fiero. Il carnevale, vissuto dappertutto come tempo di gozzoviglie e sregolatezza, qui ad Oristano perpetua il rito dove l'uomo che un tempo era falegname o contadino, e oggi potrebbe essere medico o bancario, dopo il lungo rito della vestizione diventa divinità. Sacro, magico e profano si fondono in questa Sardegna dove il sincretismo è ancora l'unica vera religiosità.

Un tempo non lontano il nome de Su Componidori era segreto, recentemente il rito è pubblico, si fa per dire , in quanto per tradizione la vestizione avviene in casa del presidente del gremio. Lo spazio è poco, l'accesso improbabile, per la vestizione del gremio dei contadini: Ma il gremio dei falegnami dispone di un vasto stazzo, un grande cortile campidanese con i muri in ladiri e tegole in cotto dove avviene la vestizione.

Sa mesitta dove verrà vestito l'ultimo erede dei Campeador è in fondo al cortile, la lolla è addobbata con i tralci a ghirlanda, segno della primavera che avanza. Su Componidori viene vestito su un tavolo, non deve toccare la terra, l'energia del rito verrebbe annullata.

L'uomo seduto su uno scanno viene religiosamente accudito da giovani donne (massaieddas) sotto la supervisione de sa massaia manna. In tutta la cerimonia un ruolo enorme ricoprono i tamburini e i trombettieri, rigorosamente vestiti in costumi medioevali, che sottolineano tutti i momenti della vestizione. La Sartiglia nasce come giostra aristocratica ma l'abbigliamento de Su Componidori non si discosta dall'antico abbigliamento campidanese , la camicia della festa è ornata dai nastri dei colori del gremio, rosa e celeste per i falegnami, ed è completato

2dal collettu . Su collettu è uno dei più antichi indumenti dal vestiario dei sardi, uno lungo indumento di pelle morbida senza maniche, pare che l'unico originale sia quello in possesso del gremio di San Giovanni. L'ambientazione agreste, la camicia e i calzoni del costume sardo su collettu; fino ad ora l'uomo è contadino e falegname, poi gli vengono apposte le bende sul viso. Vestito, ma ancora col viso scoperto, Su Componidori si alza, fa un brindisi col presidente del gremio e coni presenti, il rullare dei tamburi è vorticoso e frastornante .Ora il capocorsa si siede sullo scanno regale, gli viene fissata la maschera , poi il capo è ricoperto dalla mantiglia e infine il cilindro completa la trasformazione di uomo in Dio. Su Componidori si solleva: gli stivali, i calzoni e su collettu non stridono ma sono in armonia con la ricca camicia, la bianca mantiglia, l'aristocratico cilindro. E’ la maschera amimica che ricompone la magia. Essere androgino?Forse. Certamente la maschera assolve il compito di coniugare i riti dei campi e le lontane glorie delle gesta d'arme del giudicato di Eleonora. Questo rito pagano, che inizia il 2 febbraio nella cristiana festa della Candelora, delega all'uomo-dio la magia di un futuro ricco di abbondanza e di prosperità.

Il rullare dei tamburi cessa, la folla immobile resta in religioso silenzio: entra il cavallo, si avvicina alla tavola, Su Componidori sale e si avvia verso il luogo della corsa. Su secundu e su terzu sono i suoi luogotenenti, un centinaio di cavalieri dai costumi bellissimi delle altre contrade di Sardegna compongono la sfilata.

Il rito continua, sotto la stella l'incrocio delle spade tra il Campeador e suoi luogotenenti dà inizio alla gara. La prima corsa alla stella è quella de Su Componidori:la discesa è veloce, la presa sicura, la stella luccica infilzata nella spada, la folla acclama. Le trombe annunciano ogni discesa, i cavalieri sono scelti insindacabilmente dal capocorsa. Tante sono le stelle di quest'anno, sono segno di vita e di prosperità. Sa remada , la pericolosa discesa che Su Componidori fa riverso sul cavallo a briglia sciolta, mentre contemporaneamente benedice la folla con sa pippia ‘e maiu, conclude la giostra. In via Mazzini continua lo spettacolo con le acrobatiche pariglie.

Il martedì grasso chiude il Carnevale. Il Mercoledì delle Ceneri dà inizio alla quaresima. Giovedì, Susanna Camusso a Cagliari, in un Palazzo dei congressi della Fiera gremito da lavoratori sottoccupati e cassaintegrati, annuncia che la disoccupazione in Sardegna è al 54% e ci esorta a non credere a chi ci vuol convincere che potremmo vivere solo di agricoltura e di turismo. Ci invita a chiedere e pretendere infrastrutture ed investimenti per noi e per i nostri figli. Venerdì inizia la via Crucis in attesa della Santa Pasqua. Tra auspici fausti e certezze drammatiche la Sardegna attenda la sua Pasqua di Resurrezione.

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