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della Sardegna.


domenica 9 maggio 2010

Il mio Master and Back

Mi chiamo Daniele Onnis, sono laureato in Economia a Cagliari. Nel 2008 apertosi il bando di alta formazione M&B, ho scelto di frequentare un Master di II livello a Milano, rimanendo indifferente alla possibilità di tornare o di non tornare in Sardegna, a seconda delle prospettive professionali che mi sarebbero presentate dopo tale percorso.
Sono quindi tornato in Sardegna, con la prospettiva di partecipare al bando di rientro 2009. Il bando si è aperto solo in autunno e, attraverso le note vicende dei mesi scorsi, anche riportate della stampa, oggi sono in attesa del finanziamento di un contratto di 2 anni presso un'azienda privata di Cagliari. In merito ai fondi, anche a seguito delle azioni di mobilitazione dei laureati, si è giunti ad un ordine del giorno unitario del Consiglio Regionale a copertura di tutte domande di rientro, anche se ad oggi nessun percorso è stato ancora attivato.
Il M&B è un ottimo strumento che può funzionare non solo in quanto lo si finanzia: I finanziamenti sono una conseguenza. Questo programma può funzionare se sono rispettate alcune condizioni. Riporto quelle che mi vengono in mente:1. si ha una idea di sviluppo per la Sardegna, da qui ai prossimi 10-15-20 anni: questa è una provocazione, se mi è permesso, che rivolgo all'attuale classe politica, al mondo del lavoro, al mondo delle imprese;2. si ha una ampia e diffusa percezione del reale valore economico e il ruolo strategico che il mondo oggi riconosce dell'eccellenza e alla conoscenza e si orientano le politiche di conseguenza;3. si è in grado di riconoscere tale valore come incorporato nella testa delle persone che si formano nelle migliori enti del mondo e si è disposti a investire il necessario per aggiudicarsi tale valore e tenerlo in casa. Il modo per tenere questo valore in casa è accumularlo nella testa dei sardi e di incentivarli adeguatamente a rimanere in Sardegna.
È apparso chiaro con le ultime vicende che la macchina politico-burocratica è strutturalmente debole per gestire direttamente un programma così complesso e articolato. In particolare questa macchina è inadeguata a gestire alcune delle variabili cruciali nell'accompagnamento dei laureati nel loro percorso, a cominciare dai tempi. Il tempo è una variabile cruciale almeno quanto le risorse finanziarie, mentre troppi ritardi hanno condizionato il successo dei percorsi. La mia borsa è arrivata dopo 8 mesi dall'inizio del master. Il M&B nel mio caso non ha scelto una risorsa in base al suo valore, ma in base a una disponibilità economica di partenza. In generale però gli strumenti di accompagnamento dei laureati e di selezione degli enti sono carenti e sottodimensionate, almeno rispetto alle risorse pubbliche impegnate nel singolo percorso. Vorrei fare una proposta, con la quale concludo le mie riflessioni. Proviamo a riconsiderare completamente l'architettura del programma e rivedere il ruolo delle parti interessate. Faccio questa proposta anche attingendo dai punti dell'ordine del giorno unitario del Consiglio Regionale dell'8 marzo scorso sul programma M&B. Sarebbe opportuna innanzitutto la costituzione di un "Comitato di programmazione dei percorsi" a cui aderiscono le istituzioni regionali, i rappresentanti dei laureati, le aziende e gli enti di ricerca e nel quale si concordano il numero e il tipo dei percorsi di andata e di rientro, anche avendo attenzione alle esigenze espresse dal mercato e dal sistema Sardegna nel suo complesso. Questo tavolo dovrà, nella definizione dei bandi, premiare i percorsi di rientro in strutture private rispetto agli inserimenti negli enti pubblici, che appaiono sempre più come dei parcheggi che alimentano il precariato. Credo anche che lo schema attuale delle cosiddette "vetrine", che fa incontrare laureati e organismi ospitanti, sia afflitto dalla presenza di asimmetrie informative: i laureati non conoscono le aziende e le aziende non possono valutare a priori la qualità del laureato. La Regione dovrà allora redigere una accurata mappa delle aziende e dei centri di ricerca, individuando i "virtuosi", secondo diversi criteri: i percorsi di successo già ospitati, lo stato di salute delle aziende, il tipo di contratto proposto, esprimendo una sorta di certificazione di qualità o anche un rating. Sarebbe opportuno quindi erogare i finanziamenti sotto forma di "voucher" o di "dote" non alle imprese, ma ai candidati, che saranno liberi di spendere la propria borsa di rientro presso l'ente che considerano migliore anche in considerazione del rating assegnato dalla Regione; gli enti ospitanti al contrario si troveranno a competere tra loro in termini di condizioni contrattuali migliori per aggiudicarsi i "voucher" e i laureati. Sono convinto fine che le borse di rientro possano essere proficuamente utilizzate non solo per stipulare contratti di lavoro dipendente.
Parlando nei mesi passati con molti borsisti, più di una volta mi è capitato di sentire che alcuni sarebbero entusiasti di un percorso di rientro orientato alla creazione d'impresa. Risorse finanziarie e competenze possono essere messe in gioco dai laureati che, singolarmente o a gruppi provano coraggiosamente mettere in piedi una iniziativa propria, forti delle competenze acquisite.
(Daniele Onnis )

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