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della Sardegna.


mercoledì 30 dicembre 2009

Una politica per le piccole e medie imprese in Sardegna

Se la Sardegna attraversa un periodo di crisi il comparto industriale ne è sicuramente colpito in
maniera particolare. Volendo tralasciare i problemi legati alla grande industria che sono ormai,
vista la crisi occupazionale, di dominio pubblico e sotto i riflettori della opinione pubblica, vorrei
invece parlare della vera ossatura del sistema industriale sardo, quelle piccole e medie imprese,
spesso a conduzione familiare, che cercano da sole di affrontare questa crisi.
Più del 98% delle imprese in Sardegna sono piccole o micro imprese. Bisogna riconoscere alle
imprese sarde la grande capacità di affrontare le situazioni di crisi, si può dire anzi che le imprese in Sardegna sono ormai abituate a vivere in una situazione di crisi cronicizzata.
Nonostante i limiti dovuti all’insularità, la Sardegna è riuscita ad esprimere eccellenze in diversi
settori industriali. Il settore alimentare, ad esempio, è ricco di storie di successo, di imprenditori che hanno conquistato importanti fette di mercato in diverse parti del mondo.
E’ però fondamentale che questo tessuto imprenditoriale venga sostenuto in un momento così
difficile per l’economia mondiale. Se il 2009 è stato affrontato dalle imprese sarde senza troppi
scossoni, il 2010 rischia invece di essere il vero annus horribilis per tutte queste realtà medio piccole.
Per dare delle prospettive agli imprenditori ognuno in Sardegna deve prendersi le proprie
responsabilità. La politica deve fare la sua parte, le istituzioni finanziarie devono dare fiducia ad un comparto che non può essere strangolato dalle leggi del credito e gli imprenditori devono fare il proprio lavoro senza aver paura di investire.
In un momento in cui le risorse finanziarie sono limitate è importante che la Regione ragioni in
maniera strategica sostenendo quelle iniziative che nel territorio possono creare sviluppo ed
occupazione. Gli imprenditori da parte loro dovrebbero puntare su nuovi settori, ad esempio la
green economy, dove veramente la Sardegna può rappresentare l’avanguardia di un processo
che volente o nolente l’Europa tutta deve affrontare.Nell’immediato le Banche devono garantire
il credito traghettando le imprese fuori da questa crisi. Imprese sane con ordini all’attivo saranno costrette a fallire se non verranno attivate delle linee di credito agevolate, le Banche dovrebbero tornare a fidarsi dei propri clienti e allargare le maglie ormai strette a cause degli indicatori di rating delle imprese.
Una grande opportunità per le imprese sarde possono essere i fondi europei che per iprogrammi
dedicati alle PMI prevedono cofinanziamenti dal 50% al 75% per arrivare con il Settimo Programma Quadro a finanziare anche il 100% delle attività relative alla ricerca e sviluppo. Per
utilizzare al meglio queste risorse bisogna creare un circuito virtuoso che coinvolga le Associazioni di imprenditori, le Camere di Commercio e gli enti relazionati all’attività imprenditoriale. Sarà invece compito della Regione garantire un utilizzo ottimale dei fondi comunitari indiretti che nell’ultimo periodo finanziario sono stati utilizzati per 84% attraverso i POR, comunque uno dei risultati migliori nel mezzogiorno. Nei prossimi mesi il Parlamento Europeo discuterà la riforma dei fondi strutturali, la Regione Sardegna dovrà far sentire la sua voce per assicurare alle imprese sarde il sostegno di quei fondi che assicurano la coesione e lo sviluppo nelle Regioni europee.
(Leonardo Pinna)

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