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domenica 6 novembre 2011

Waiting for the Great Cruccuriga!

Lo storico Nicholas Rogers, ricercando le origini di Halloween, nota che mentre "alcuni studiosi di folclore hanno rintracciato le sue origini nella festa romana dedicata a Pomona, dea dei frutti e dei semi, o nella festa dei morti chiamata Parentalia, la festa di Halloween è più tipicamente collegata alla festa celtica di Samhain. Il nome della festività, mantenuto storicamente dai Gaeli e dai Celti nell'arcipelago britannico, deriva dall'antico irlandese e significa approssimativamente "fine dell'estate". (fonte: wikipedia).

E' chiaro che noi sardi la pensiamo diversamente. Quando supermercati e cartolerie hanno cominciato a decorarsi per Halloween nello strategico periodo che precede gli acquisti natalizi, le famiglie sarde non si sono lasciate incantare da dolciumi a base di zucca e a forma di streghette, concludendo che: "Ita dolcetto o scherzetto: in Sardigna, nosatrus pappausu sos pabassinos".

Ci sarà senz'altro un sostrato comune tra le celebrazioni di novembre dedicate al giorno dei morti diffuse in diverse regioni del mondo, in cui il cibo (i dolci), offerto ai morti, gioca un ruolo chiave. Pabassini a parte, è diffusa, praticamente in tutta la Sardegna, per il 2 Novembre, la consuetudine di fare elemosine e di promettere preghiere in suffragio dei propri cari defunti. Questa usanza, definita a Onifai (NU) 'sas animas', si ritiene tuttora particolarmente efficace se animata dai bambini, che di buon grado girano per le case del paese chiedendo 'su petti coccone' ossia 'elemosine per le anime'.

AppleMark Sto trascorrendo due mesi negli Stati Uniti, e devo dire che essere partecipe dei preparativi delle famiglie locali per Halloween, mi ha un po' fatto sentire il clima di festa che si respire in Sardegna per Ognissanti/i morti. Quando le famiglie si riuniscono al completo per un giro d'onore in camposanto, e i genitori ripercorrono le gesta di nonni e antenati ("ci manca, eh" – "e questo è lo zio che è emigrato in America, mentre lui aveva combattuto nella campagna del Nordafrica "). Magari, la giornata è benedetta da un bel sole, dall'aria fresca, ed è un piacere fare due passi in campagna anche se la terra e' ancora umidiccia dopo qualche giorno di pioggia. E' in fondo un giorno importante non solo per rendere onore ai sacrifici delle generazioni che ci hanno preceduto, ma anche per ricordare il percorso delle nostre comunità, e cercare il senso del nostro percorso collettivo, oggi. (Davide Zaru)

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