Cagliari, un tardo pomeriggio di maestrale il 28 di settembre. Sul Largo Carlo Felice la gente si affretta a pagare gli acquisti e i marciapiedi sono ormai quasi deserti. Le mogli contattano i mariti sui cellulari: “Caro, ti stai sbrigando? Sta per cominciare”. Nessuno vuole perdersi l’avvenimento politico-televisivo dell’anno: la trasmissione a reti unificate del discorso “Stato dell’Unione europa” del Presidente della Commissione europea, José Manuel Durão Barroso. Abbiamo avuto la possibilità di seguire la diretta dal Parlamento europeo di Strasburgo in un bar della Marina, e di registrare i commenti degli avventori in merito ai passaggi salienti del discorso.
Barroso: “Negli ultimi tre anni gli Stati membri, anzi dovrei dire i contribuenti, hanno concesso al settore finanziario aiuti e garanzie per un importo di 4,6 trilioni di euro. Ora il settore finanziario deve sdebitarsi con la società”.
Presenti nel bar: Ite, 4,6 trilioni di euro! Pis’e pira! E meno male che mi hanno anche aumentato anche le spese del conto corrente.
Barroso: La credibilità dell'area dell'euro richiede un approccio veramente comunitario. Dobbiamo integrare veramente l'area dell'euro, dobbiamo completare la nostra unione monetaria con una vera unione economica.
Presenti: ba ba, nuove tasse…Eppoi, cos’è, unione economica? Già mi stai fregando con l’unione monetaria, Josè, cosa vuoi unionizzare ancora?
Barroso: “Nell'Unione attuale lo Stato membro più lento detta la velocità di tutti gli altri. Questo non è credibile neanche per i mercati, ecco perché dobbiamo risolvere il problema del processo decisionale. Ovviamente, uno Stato membro ha il diritto di non accettare le decisioni. È una questione, come si suol dire, di sovranità nazionale. Ma uno Stato membro non ha il diritto di bloccare gli altri, anche gli altri hanno la loro sovranità nazionale e devono poter andare avanti se vogliono farlo”.
Presenti: boh, po mie, chi va piano va sano e va lontano.
Barroso: “La Grecia è, e resterà, un membro dell'area dell'euro. Essa deve quindi rispettare appieno e puntualmente gli impegni assunti”.
Presenti: “I greci, tra un po’ dovranno vendersi anche Moras e Papastathopoulos. Il resto dell’economia è stato già svenduto dal Fondo monetario internazionale. E altro che aiuti europei, i greci imparino a pagare le tasse prima che implorare aiuto”.